Abbiamo deciso di lasciarci trasportare dalla forza d’urto attraverso la quale sentiamo, in un’estensione di potenza, la presenza di Angela e di Lucia. Il nostro desiderio è stato innanzitutto quello di rileggere insieme l’ultimo libro di Angela, e di ripensare alla parola viva di Lucia che ci ha lasciato questo compito del pensare ciò che significa essere sante oggi. Un tema sul quale Lucia aveva lavorato molto e che Angela aveva ripreso e condiviso con tutte noi sapendo che, in fondo, il desiderio può sempre posizionarsi in altri luoghi e in altri corpi. Questo è il legame, il filo che noi seguiamo. La nostra domanda parte proprio dai legami: sappiamo che la strada è quella della disgiunzione, dell’intima estraneità, della possibilità di mantenere un collettivo senza aver paura della distanza e della diversità delle nostre provenienze, dei nostri mestieri e delle nostre pratiche politiche, dei nostri desideri e, perché no, della nostra differenza generazionale. Non c’è alcun collante, nessuna sovrapposizione.